mercoledì 4 novembre 2020

Primo giorno!

Sono le 7:59 e sto entrando a scuola per il mio primo giorno da maestra. Attendo (im)paziente l'incontro con la vice, nella speranza che mi venga data qualche informazione in più rispetto alle poche che mi sono state date ieri (presentati alle 8:00, ciao). 

Sono le 8:15 e sono appena stata sommersa da non so quanti documenti da compilare con le stesse identiche informazioni: nome-cognome-data-e-luogo-di-nascita-codice-fiscale-carta-di-identità-elenco-parenti-e-parentela-varia-no-zia-lina-non-deve-inserirla-ah-ok-ma-il-gatto-no-nemmeno-quello.

Sono le 8:30 e vengo scortata dalla vice alla mia classe: la 1B. Ok, penso, sono dei cuccioli di sei anni (vedi ansia del post di ieri), ma ancora non mi hanno detto chi dovrò supplire! Decido di essere intraprendente e oso fare la fatidica domanda anche a costo di sembrare un'idiota (ma poi perché un'idiota, se non mi dite cosa devo insegnare come faccio a insegnarlo?). Ormai sono davanti alla classe, mi lancio: "Che materia dovrò coprire?"

......................................................................................................................................................................................................................................................................ITALIANO!

Dentro di me si aprono sipari dorati, intonano cori angelici, io, potrò insegnare la letteratura, l'epica greca e latina, la linguistica inglese, la geografia geografica... e musica! Diciamo che prima di arrivare a Era e Zeus si passa dalle vocali e cinque anni di scuola, ma la maestra che sto sostituendo ha fatto fare ai bambini già grandi passi: oggi infatti farò una cosa incredibile: insegnerò la U, ma sono emozionata come se dovessi spiegare l'Odissea, davvero.

Quindi sono dentro. La mia giornata comincia e sfrutto le mie doti artistiche per fare colpo facile sulle creature. Da uccelli Kiwi a unicorni, da Elsa a Vaiana: il pubblico è rapito e pende dal mio gessetto azzurro. Cominciamo quindi a fare una serie di dolcissimi esercizi per imparare a scrivere la U e realizzo che queste creature non sono i cuccioli di 6 anni che potevo immaginare ieri pomeriggio. Queste sono le vere punkabbestie, altro che quelli di dieci anni. Sono m e r a v i g l i o s i eh, PER CARITA', però le prossime tre ore consisteranno in un costante:

"Maestraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, ti piace?" "E' un rospo bellissimo!!" "Maestra, è un criceto" Ah. "Beh, è stupendo!"

"Maestraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, Emilia mi copia" (Non è vero, è lui che ha le pare) "Ma no tesoro, tranquillo, continua sereno"

"Maestraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, Ilyas dice che la penna è mia!" Ehm, ok?? 

Il tempo non passa, vola, ma a un certo punto compare un figuro fuori dalla porta che ogni tanto mi guarda... che cazz vuole questo? "Hai bisogno?" 

"Ciao, sarei il collega di matematica e scienze, il mio turno dovrebbe iniziare alle 11:30". Guardo l'orario, 11:40. AH OK. 

Mi scuso con tale Andrea, nessuno mi aveva detto niente (strano), faccio finire le benedette U ai bambini e li saluto. Sono dei punkabbestia ma già li adoro, mi lasciano i loro disegni fatti a inizio lezione, cuoricini, leoni, anguille, ufo... e il mio nome. Sto già piangendo e già mi rode essere solo una supplente. Ma tant'è, mentre esco quella buffa personcina che è Martina (mi ricorda tantissimo Matilda di Rohald Dahl) si protende verso di me e con fare teatrale afferma "NO MAESTRA! MI MANCHERAI!"

Torno in segreteria e recupero il coraggio ostentato prima per chiedere alla vice il mio orario. Qualcuno si chiederà: ma quale coraggio? chiedi e bona, no?. No, perché facendo delle domande così banali, relative a cose che, tendenzialmente, dovrebbero essere loro a dirmi, mi sembra di insultare la loro intelligenza. E non è il caso di insultare l'intelligenza di nessuno il primo giorno di scuola, no? Ma chiedo lo stesso e... non mi danno una risposta. Dicono "Noi abbiamo gli orari qui nel computer, però sentiti con la maestra che stai sostituendo" AH OK, pt.2.

Insomma, l'ingenua quercia blu si è fatta un tiepido bagno di realtà in quello che è il caotico mondo del lavoro. Devo tornare a scuola alle 14:30 e sono emozionata perché ho un sacco voglia di tornare da quei bambini, dai loro bellissimi disegni (io ADORO i disegni dei bambini, qualsiasi disegno di qualsiasi tipo, e più i criceti sembrano rospi, meglio è!), dalle loro vocine insistenti e dai sempiterni "maestraaaaaaaaa". Poi oh, mi fa già male la schiena e prevedo gola raschiosa a banchi durante il weekend, ma questa è la storia della mia vecchiaia e la racconteremo un'altra volta.


Ps: non ho capito benissimo la fissazione con i  numeri di telefono, Mathias mi ha specificato pure quello di zia Patrizia... Magari adesso la chiamo e ci facciamo due chiacchiere!

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